La Fondazione Escuela Viajera nasce nel 2008: l’anima l’intento di promuovere lo sviluppo umano integrale di bambini, adolescenti, giovani e famiglie appartenenti ad alcune comunità semi-rurali vicine a Bogotà.
Si tratta di zone dove la presenza dei gruppi armati irregolari è marcata e dove la popolazione non sembra in grado di affrontare con dignità la situazione. Escuela Viajera mira a rompere questo silenzio attraverso programmi di resistenza non violenta promossi all’interno di spazi educativi informali, che compensano anche l’inadeguatezza delle istituzioni scolastiche tradizionali, incapaci di fornire alla popolazione strumenti concreti per lanciare programmi di empowerment comunitario.
Queste attività si rivolgono principalmente bambini e adolescenti, ma ancora una volta è l’intera comunità ad essere coinvolta, perché la Fondazione amplia la sua azione anche alla sensibilizzazione di famiglie e istituzioni locali.
La Fondazione lavora in particolare in due zone: la località di Bosa ed il municipio di Soacha. Bosa è una delle tante città che ricevono famiglie di desplazados esuli dalle zone rurali e conta una popolazione approssimativa (vista la mobilità è difficile ottenere cifre certe) di 520.000 abitanti. Il popolo colombiano viene suddiviso sulla base di parametri economici in 6 differenti livelli, dove 6 è il numero massimo: la fascia di appartenenza determina il costo dei servizi a favore del cittadino, dall’urbanistica alle utenze, definendo di fatto anche il livello socio-economico dei residenti. La popolazione di Bosa si trova per la maggior parte nella fascia di livello 2. Il municipio di Soacha, nelle immediate vicinanze di Bogotà, conta con una popolazione di 370.000 abitanti, suddivisi tra le fasce 0, 1 e 2. La zona registra un alto tasso di violenza inflitta da parte dei gruppi armati irregolari, che spesso reclutano anche minori nelle proprie fila, come si può riscontrare nei dati forniti dalla Defensoria del Pueblo, che ha lavorato congiuntamente con l’UNHCR e con altre agenzie che si occupano di rifugiati interni.
La Fondazione ramifica la sua attività in vari ambiti di lavoro, ma tutti sono mirati a ristabilire le reti familiari di mutuo appoggio fra la popolazione, per poter ridare forza, responsabilità e consapevolezza alla cittadinanza vittima del conflitto. Il progetto “Desplazando la violenza” si suddivide in cinque settori principali:
- creatività: stimolando la fantasia, la ricerca, la scoperta e i processi di recupero si tenta di favorire la creatività di queste comunità perché esse possano riscoprire le proprie tradizioni, sentirsi di conseguenza più motivate verso il futuro e trasformare infine anche il loro quotidiano.
- comunicazione: favorire l’accesso ai mezzi di comunicazione e formare al loro utilizzo significa “democratizzare” queste tecnologie perché diventino strumenti a immediata disposizione di tutti coloro che vogliono imparare, conoscere, discutere e diffondere quanto accade vicino e lontano da loro.
- ambiente: la Fondazione promuove il recupero delle tradizioni e l’uso consapevole delle risorse naturali attraverso la tecnica dell’agricoltura urbana, che permette a una popolazione originariamente rurale di ristabilire il contatto con la natura ma che garantisce anche il minimo necessario per la sopravvivenza alimentare della famiglia.
- diritti: un settore che mira ad incrementare la consapevolezza dei diritti e delle libertà della persona, ma soprattutto a favorire l’autostima e la cittadinanza attiva, strumenti imprescindibili per poter lanciare qualsiasi progetto di sviluppo del territorio.
- consumo equo e solidale: per rispondere alle concrete necessità di lavoro di molte famiglie si punta da un lato a stimolare il recupero delle antiche tradizioni artigianali, dall’altro a favorire l’apprendimento di nuove tecniche creative. Il risultato sono prodotti perfettamente inseribili nel circuito del commercio equo e solidale, che realizzano contemporaneamente due obiettivi: stabilizzano le posizioni lavorative di molti colombiani e favoriscono un progressivo cambiamento culturale all’interno di un sistema dominato dalla mentalità consumista. Proprio in relazione a quest’ultimo campo di attività, la Fondazione sostiene anche “Solidarte”, un progetto diretto alla creazione di una rete di diversi piccoli produttori artigianali per diffondere la pratica del commercio equo e solidale a livello nazionale .
Solidarte si costituisce come una realtà composta da produttori sia adulti che ragazzi, che fabbricano e rivendono i loro manufatti per sostenere le attività proposte da Escuela Viajera . I suoi principali canali di vendita sono rappresentati dalla partecipazione a fiere locali e dalla costruzione di un piccolo negozio, collocato in un centro commerciale artigianale di Bogotà.
Solidarte aspira però anche a favorire cambiamenti sostanziali nelle modalità di sfruttamento delle risorse naturali e negli stili di consumo della nostra civiltà. Il progetto riunisce diversi gruppi informali ed associazioni che lavorano con i settori più vulnerabili della società colombiana in diverse parti del Paese, e che cercano di creare spazi di lavoro dignitoso attraverso l’attività artigianale.
Non si tratta dunque solo di un’iniziativa economica, ma anche pedagogica: si prende cura dello sviluppo del territorio finanziando percorsi di cittadinanza attiva e consapevole .
I prodotti di Solidarte vengono elaborati a partire da materiale di riciclo, come bucce di mandarino o arance e vari tipi di semi. Da questo materiali povero si ottengono creazioni come collane, braccialetti e anelli. A realizzarli sono persone appartenenti ai quartieri popolari dove operano i programmi educativi di Escuela Viajera: bambini, giovani, uomini e donne, che attraverso l’artigianato sognano il miglioramento della vita dell’uomo.